UN RICORDO DEL LELE
(di Gualtiero “Teo” Colzada – Guida Alpina)
Mi è facile ricordare il Lele, perché lo penso tanto ancora adesso. Lo incontrai per la prima volta da ragazzo a Madesimo , poi oltre 20 anni fa andai da lui chiedendogli informazioni sui corsi guida, dato che li stava facendo proprio in quel periodo. Da allora è nato un legame solido, fraterno cresciuto anno per anno.
Viveva a Fraciscio assieme alle sue donne, la moglie Nicoletta e le Figlie Giulia,Greta e Valentina. Ultimo di 14 fratelli nato a Motta, piccola borgata contadina, agli albori dello sci turistico. Per andare a scuola in prima elementare doveva mettere gli sci e scendere a Madesimo lungo il sentiero. Alle cinque del pomeriggio l’addetto della sciovia lo aspettava e lo portava su calcolando il tempo di risalita: quando arriva in cima attraversava la montagna, scendendo a Motta. Quando invece il piattello sui tratti ripidi lo”tirava su”e cadeva doveva salire a scaletta e attraversare il bosco. Tutto questo in solitudine. Di certo il Lele non era uno che raccontava di qua e di là le sue avventure, anche se ne aveva vissute tante, ma quando lo faceva incantava tutti, grandi e piccoli, senza vanità anzi con grande modestia. Pochi sanno che è stato nella nazionale di sci alpino, che a fatto per più anni il chilometro lanciato e che ha disceso per primo i ripidi canali della Valle Spluga. Pochi sanno che sul Badile ha salito vie come la “Diretta del Popolo”, “Linea Bianca”, una delle prime e uniche ripetizioni della via di Koller sulla Est, “Ringo Star” e la “Bonatti” alla Punta S. Anna.
Guida Alpina, Maestro di Sci, Istruttore del Soccorso Alpino e tecnico dell’Elisoccorso di Sondrio. Uno di quelle persone che in montagna sanno fare di tutto con “quell‘intelligenza manuale” che ormai non si vede più. I lavori più complessi e faticosi li ho svolti con lui, che non ho mai visto agitarsi o incazzarsi. Io lo vedo come un maestro di montagna e da buon maestro ha saputo trasmettere le sue conoscenze senza gelosie. Con il suo modo libero e disinteressato è stato uno stimolo per tanti giovani della valle a frequentare ed a valorizzare le attività sportive di montagna.